Didattica a distanza, la protesta dei genitori della “Margherita Hack” di Villarbasse

“La scuola non può essere la prima a chiudere e l’ultima ad aprire”

Villarbasse – Le famiglie di una classe della scuola media «Margherita Hack» di Villarbasse hanno scritto una lettera alle istituzioni, condividendo un’analoga protesta nata nelle scuole di Bruino, contro la didattica a distanza e per chiedere che «le scuole siano mantenute aperte, in presenza, in continuità, in sicurezza». Portavoce di questa iniziativa è Mara Gallo, rappresentante di classe alla «Margherita Hack» che spiega: «L’impressione è che i ragazzini si siano spenti e il desiderio, al di là del fatto che certe misure in certi momenti possono essere necessarie, è che la scuola non sia la prima a chiudere e l’ultima ad aprire ma, al contrario, venga tutelata».

La lettera (inviata alle istituzioni nazionali, regionali e locali) sottolinea come la didattica a distanza abbia «dimostrato di mancare di quella componente essenziale che è la relazione con l’altro e tra pari, senza la quale il processo di costruzione della personalità dei bambini e degli adolescenti non si compie».

«La scuola – continua Mara Gallo, di professione psicoterapeuta – quando è gestita bene è un luogo sicuro e perciò bisogna fare il possibile, tutelando i trasporti, per difendere il valore dell’educazione in presenza (come è stato fatto in altri Stati europei) anche perché, soprattutto quando ci sono delle dinamiche familiari particolari, la scuola rappresenta un ancoraggio a un altro tipo di riferimenti che possono aiutare tantissimo i ragazzi; non dobbiamo dimenticare che la scuola non è solo apprendimento ma è una realtà che affianca, e talvolta compensa, la famiglia, a maggior ragione in un periodo, come il lockdown, durante il quale sono aumentati i disturbi alimentari e le violenze domestiche».

Se il Piemonte, come altre regioni, dovesse diventare zona rossa, e quindi con ulteriori misure relativamente alla didattica a distanza, «dobbiamo sicuramente collaborare con le autorità sanitare – conclude Mara Gallo – e fare ciascuno quello che è nelle proprie competenze e possibilità per limitare a massimo il contagio e proteggerci a vicenda, ma nel momento in cui i contagi calano i ragazzi devono essere tutelati; non si può pensare di restare in didattica a distanza fino a giugno».

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